la scuola x tutti
Quattro insegnanti dell’istituto di Intra all'Auxologico di Piancavallo...
https://pso.istruzione.it/index.php/scuola-in-ospedaledi Claudia Pepe
Quattro insegnanti dell'Istituto di Intra di Verbania due volte alla settimana lasciano la loro scuola, si mettono in macchina, e incominciano a viaggiare.
Se ne vanno lungo i tornanti, con un paesaggio da favola, per arrivare all'Istituto auxologico di Piancavallo dove non trovano una classe, ma tante corsie di Ospedale con allievi in pigiama.
Portano la cultura e il sapere a ragazzi che hanno problemi di crescita e vedono dalle finestre delle loro stanze l'alternarsi delle stagioni dal colore delle foglie sugli alberi. Nell'ospedale c'è il servizio scolastico per le elementari e medie e ora loro sono i primi a farlo per le superiori.
Italiano, matematica, inglese e informatica non spiegate da una cattedra ma insieme, seduti come in un'assemblea dove tutti possono guardarsi negli occhi e dove si sentono silenzi riempiti da sguardi tristi. Non si trovano solo problemi di malattia in Ospedali abitati da adolescenti, ma anche parole mai dette che trovano ascolto nel viso di questi insegnanti.
E lì, in un ospedale, l'insegnante non ha preoccupazioni di campanella, di registri elettronici, di circolari da far scrivere: trova ragazzi che vogliono crescere come persone, come uomini, come splendidi studenti.
Ci sono anche ragazzi che non vanno a sedere in semicerchio accanto agli altri: a qualche genitore non interessa, ma sarebbe ingiusto giudicarli. Forse anche loro stanno cercando qualche persona che li ascolti.
E per questi insegnanti che non sono eroi ma solo insegnanti e professionisti del loro lavoro, quando tornano alla vita, quella con tutte quelle strade diritte, trovano un significato diverso alle loro domande. Imparano che l'allievo qualche volta può diventare maestro di vita, e se anche il programma di storia non è studiato alla perfezione, la vita ha insegnato loro a che ora dovranno fare la terapia, l'ora del prelievo e il momento in cui rimarranno soli la sera. E quando li salutano e riprendono la macchina per tornare a casa, non la trovano così male la loro vita, non hanno richieste irrealizzabili da chiedere, riescono a vedere a riconoscere la bellezza di esistere e di poter sentire la brezza del vento, la semplicità di piccoli gesti. Sanno ascoltare di più, riescono a distogliere lo sguardo da loro stessi e sanno cos'è la difficoltà, la tristezza e la bontà dell'aria fresca che ci circonda, ma non sempre ce ne accorgiamo .
Quando si dice che la vita è una scuola dove non si finisce mai di imparare. E dove non finiremo mai di crescere, di sperare, di rincorrere le nostre orme su un prato innevato.
Claudia Pepe