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dante & divina commedia

06.11.2013 16:06

la parafrasi del 1° canto

https://www.skuola.net/news/scuola/inferno-parafrasi-slang.html?utm_source=bitly&utm_medium=facebook

 

 

A meta' del cammino della nostra vita terrena mi ritrovai in una selva oscura poichè avevo smarrito la via diritta. Ahi quanto è doloroso dire qual era quella selva selvaggia, impervia ed insuperabile, che al solo ricordo la paura si rinnova. E' tanto amara che la morte lo è poco di più; ma per trattare del bene che vi ho trovato, dirò delle altre cose che vi ho visto. Io non so ben raccontare come vi entrai, tanto ero pieno di sonno in quel punto in cui abbandonai la via della verità. Ma dopo che giunsi ai piedi di un colle, là dove terminava quella valle che mi aveva riempito il cuore di paura, guardai verso l'alto e vidi la sua sommità rivestita già dei raggi del sole che guida (con la sua luce) gli altri uom

Allora si calmò un poco quella paura che mi era restata nell'interno del cuore la notte che io trascorsi con tanto affanno. E come colui che con il respiro affannoso, uscito fuori del mare, si volge all'acquapericolosa e guarda intensamente, così il mio animo, che ancora fuggiva, si volse indietro a riguardare il passaggio che non lasciò giammai vivo nessun individuo. Dopo che ebbi riposato un poco il corpo stanco ripresi la via per il pendio deserto, in modo tale che il piede fermo era sempre il più basso. Ed ecco, quasi al cominciare della salita una lonza leggera e molto agile che era coperta di pelo maculato; e non si allontanava dalla mia vista, piuttosto impediva tanto il mio cammino che io fui più volte costretto ad indietreggiare. 

la scuola x tutti

05.11.2013 13:44

Quattro insegnanti dell’istituto di Intra all'Auxologico di Piancavallo...

 

https://pso.istruzione.it/index.php/scuola-in-ospedaledi Claudia Pepe

 

Quattro insegnanti dell'Istituto di Intra di Verbania due volte alla settimana lasciano la loro scuola, si mettono in macchina, e incominciano a viaggiare. 

Se ne vanno lungo i tornanti, con un paesaggio da favola, per arrivare all'Istituto auxologico di Piancavallo dove non trovano una classe, ma tante corsie di Ospedale con allievi in pigiama.

Portano la cultura e il sapere a ragazzi che hanno problemi di crescita e vedono dalle  finestre delle loro stanze l'alternarsi delle  stagioni dal colore delle foglie sugli alberi. Nell'ospedale  c'è il servizio scolastico per le elementari e medie e ora loro sono i primi a farlo per le superiori.

 Italiano, matematica, inglese e informatica non spiegate da una  cattedra ma  insieme, seduti come in un'assemblea dove tutti possono guardarsi negli occhi e dove si sentono silenzi riempiti da sguardi tristi. Non si trovano solo problemi di malattia in Ospedali abitati da adolescenti, ma anche parole mai dette che trovano ascolto nel viso di questi insegnanti. 

E lì, in un ospedale, l'insegnante non ha preoccupazioni di campanella, di registri elettronici, di circolari da far scrivere: trova ragazzi che vogliono crescere come persone, come uomini, come splendidi studenti. 

Ci sono anche ragazzi che non vanno a sedere in semicerchio accanto agli altri: a qualche  genitore non interessa, ma sarebbe ingiusto giudicarli. Forse anche loro  stanno cercando qualche persona che li ascolti.

E per questi insegnanti che non sono eroi ma solo insegnanti e professionisti del loro lavoro, quando tornano alla vita, quella con tutte quelle strade diritte, trovano un significato diverso  alle loro domande. Imparano che l'allievo qualche volta può diventare  maestro di vita, e se anche il programma di storia non è studiato alla perfezione, la vita ha insegnato loro a che ora dovranno fare la terapia, l'ora del prelievo e il momento in cui rimarranno  soli la sera. E quando li salutano e riprendono la macchina per tornare  a casa, non la trovano così male la loro vita, non hanno richieste irrealizzabili da chiedere, riescono a vedere a riconoscere la bellezza di esistere e di poter sentire la  brezza del vento, la semplicità di piccoli gesti. Sanno ascoltare di più, riescono a distogliere lo sguardo da loro stessi e sanno cos'è la difficoltà, la tristezza e la bontà dell'aria fresca che ci circonda, ma non  sempre ce ne accorgiamo .

Quando si dice che la vita è una scuola dove non si finisce mai di imparare. E dove non finiremo mai di crescere, di sperare, di rincorrere le nostre orme su un prato innevato.

https://www.auxologico.it/

Claudia Pepe

una domenica pomeriggio

28.10.2013 21:01

torta di rose.docx (118466)diciamo che per me la domenica ha un doppio aspetto, di riposo e di attività. Mi aspetto molto ma non faccio nulla per ottenerlo per cui può succedere che passo la giornata a rimandare le cose che vorrei fare tanto c'è tempo, e poi può succedere che non ho più abbastanza tempo per fare ciò che avevo pensato di fare. il detto " chi ha tempo non aspetti tempo" io non lo pratico, se ho solo una frazione di tempo in più io me lo consumo così....non lo uso. Ma poi recupero! Infatti ieri, domenica, ho cominciato a gestire il mio tempo utile solo nel tardo pomeriggio dedicandomi ad una attività che mi rilassa e mi dà anche soddisfazione: faccio dolci e....poi li mangio* non da sola comunque. Ieri ho preparato la torta di rose dove, naturalmente, le rose non sono tra gli ingredienti ma il nome lo prende dalla forma che assume l'impasto dopo la cottura e prima di essere mangiata.La ricetta e la foto mi riprometto, e vi prometto di pubblicarla appena la rifaccio sempre che mi ricordi di fotografarla prima di mangiarla. 

p.s. * purtroppo sono affetta dalla sindrome definita: dolci dolcezze (brutta, bruttissima cosa), vi costringe a mangiare dolci anche se non li avete in casa. Controllate su internet

chi è moreno??

20.10.2013 20:18

chi è moreno?

forse non lo sapremo mai!! eppure lo abbiamo visto bene lo abbiamo seguito, in macchina, ci ha guidato fin laggiù  e noi a chiederci: sarà il figlio? no il marito, si vabbè il marito; no solo il vicino di casa...boh! ma di chi?? della signora che quel giorno lì al rigugio ci aveva fatto assaggiare lo "stinchetto" gustosissimo ma di cui non conosciamo assolutamente l'etimologia, (no non è un piccolo stinco); anzi se qualcuno originario della val vigezzo sa da dove viene il termine "stinchetto" ce lo dirà.

queste poche righe sono dedicate a dino e silvana

Primo blog

19.10.2013 15:48

Oggi abbiamo inaugurato il nostro nuovo blog. Continuate a frequentarlo e vi terremo aggiornati. Potrete leggere i nuovi post del blog tramite il feed RSS.